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L'uomo è per sua essenza proteso al futuro: un futuro inteso non solo storicamente ma anche come riserva di senso che trascende e che attira a sé. La sensazione, tut'altro che di estraneità, è di riconoscimento del "luogo proprio per eccellenza", ciò che è pienamente corrispondente con la natura più intima, il riposo che dà quiete. Ma è ancora lontano: da attendere, da costruire, da compiere. Sempre eternamente. Questa è la dimensione propria dell'utopia. L'utopia è un "non luogo" in quanto oltrepassamento della realtà, superamento dell'attualità verso ciò che si avverte come profondamente autentico.